Treglio e le sue contrade

Le contrade di Treglio nacquero dopo il 1806, quando la legge di devoluzione della feudalità rese possibile l’acquisizione delle terre e la loro coltivazione senza sottostare agli obblighi feudali.
Le contrade odierne sono le seguenti: Paglieroni, Zona Industriale, Cona, Mozzoni, Severini, San Giorgio, Casino, Puglianna, Sacchetti, Vicenne, San Martino, Castellana.

 

Contrada Paglieroni
È sicuramente la più antica delle contrade, nata subito dopo le leggi del 1806. È l’unica ad aver cambiato nome, da contrada Questioni (dalla fondazione nei primi anni del 1800 al 1921) a contrada Paglieroni (dal 1921 ad oggi) ed è l’unica ad aver subito due ridimensionamenti territoriali: nel 1912, quando il passaggio della ferrovia Sangritana portò nascita di contrada Mozzoni, e nel 1976, quando venne creata la Zona Industriale. Tre erano i nuclei abitati in cui si suddivideva in origine la contrada: le case dei “Cianni” (toponimo slavo), la masseria di “Zi Masse”, la masseria dei “Benigni”.
Il nome originario della contrada deriva, molto probabilmente, dal fatto che vi erano varie “questioni” che riguardavano questa contrada: una disputa sul diritto di coltivazione dei terreni di contrada Santa Calcagna di Rocca San Giovanni, che i pastori di Rocca volevano destinati, per consuetudine al solo pascolo, che nel 1812, secondo una nota presente nell’archivio comunale di Rocca San Giovanni, aveva provocato la richiesta da parte del Sindaco di Rocca all’Intendenza di Chieti, di effettuare un rastrellamento di questi contadini per avviarli all’arruolamento nell’esercito da inviare nella campagna napoleonica di Russia; un’altra sullo sfruttamento del legname dei boschi di contrada Cona con il Comune di San Vito Chietino, che causò, nel 1897, uno scontro con feriti a colpi d’ascia e di roncola tra contadini tregliesi e boscaioli aquilani incaricati del taglio di alberi dall’Amministrazione Sanvitese; e infine, sulla sorgente di Fosso Marchionne (oggi Fosso Paglieroni) che il Comune di San Vito Chietino rivendicava e che l’Amministrazione Comunale di Treglio cedette, dopo un accordo patrimoniale, a San Vito nel 190, senza alcuna salvaguardia delle necessità di acqua potabile e irrigua per i residenti. Il fatto, dopo anni di tensione, causò una rivolta contadina nel 1919; quest’ultimo evento ha fatto ipotizzare a vari studiosi di storia locale, tra cui Mario Bellisario, che siano stati i fatti di Paglieroni ad ispirare ad Ignazio Silone il romanzo “Fontamara.”
Considerato che il nome della contrada risultava offensivo per gli abitanti della stessa, che si sentivano bollati come “attaccabrighe” gli stessi chiesero, nel 1921, il cambio del nome della contrada in “Paglieroni”, in riferimento al fatto che nei primi anni della sua costituzione, le abitazioni della contrada erano semplici pagliai abitati solo d’estate, mentre l’inverno veniva trascorso nelle case in paese, rimaste ancora in possesso degli abitanti della contrada.
La contrada si trovò in prima linea, con numerosi feriti tra i civili, durante i combattimenti del 2 e 3 dicembre 1943, quanto gli alleati attaccarono contrada Paglieroni, che loro identificavano come “Treglio Ridge” cioè “le Alture di Treglio.” Nella contrada è stata fondata, nell’ottobre 1985 la prima associazione culturale di Treglio: l’associazione culturale sportiva ricreativa Paglieronese.

 

Zona Industriale
La zona industriale, situata di fronte al casello dell’autostrada A14, tra contrada Paglieroni e contrada Cona, nasce nel 1976, a seguito di un ridimensionamento territoriale della contrada Paglieroni. Si tratta di una zona industriale atipica , in quanto tra le realtà produttive industriali vi sono varie residenza private.

 

Contrada Cona
Come si deduce dal nome, è una “cona” cioè un angolo di terra sul Colle Capuano tra la strada provinciale San Vito-Lanciano e la vallata del torrente Arno, prima che questi confluisca nel Feltrino. Storicamente è nota per lo scontro armato tra contadini tregliesi e boscaioli aquilani soprarichiamato.

 

Contrada Mozzoni
La contrada nasce a seguito dei lavori di costruzione della ferrovia Sangritana, nel 1912, che crea dei “mozzoni” di campi tra la ferrovia e la strada Provinciale San Vito-Lanciano. Su questi “mozzoni” ben presto si realizzarono abitazioni che portarono nel secondo dopoguerra alla nascita di una nuova contrada, autonoma dalle preesistenti contrade Severini, a sud, e Paglieroni, a nord. Si evidenzia che durante la costruzione della ferrovia sono emerse evidenze di rovine romane che hanno indotto a prevedere nella contrada un’area archeologica.

 

Contrada Severini
È la contrada più meridionale tra quelle situate lungo la strada provinciale San Vito-Lanciano. Nasce probabilmente da un nome personale. La stazione della ferrovia Sangritana, posta sulla strada provinciale Lanciano-Treglio, a pochi metri dall’incrocio con la strada provinciale San Vito-Lanciano, si chiama anch’essa Stazione di Severini. Il 28 novembre 1943 la contrada è stata testimone dell’agguato di alcuni aerei della RAF, probabilmente coordinati a terra da alcuni agenti dell’OSS, al generale tedesco Gustav Heisterman von Ziehlberg, che rimase gravemente ferito nell’azione.

 

Contrada San Giorgio
È la contrada posta lungo la strada provinciale Lanciano-Treglio, ha il suo centro nella chiesetta di campagna di San Giorgio, costruita nel 1846; nel 1943 in contrada San Giorgio, esattamente nel villino Verì, era ubicata la sede del comando della 65.ma divisione tedesca con lo stato maggiore del generale von Ziehlberg; al ritiro tedesco, lo stesso divenne la sede dello stato maggiore della I divisione canadese dal gen. Christopher Vokes. Oggi la contrada rappresenta la zona residenziale caratterizzata dalla presenza di villette e abitazioni di pregio.

 

Contrada Casino
È una piccola contrada situata a nord del paese, oggi quasi inglobato in esso. Il nome deriva dalla probabile presenza a fine ottocento di un casino di caccia.

 

Contrada Puglianna
Il nome della contrada deriva probabilmente da una espressione dialettale locale. Una “puglianna” è un piccolo appoggio. In effetti la contrada è una piccola altura posta tra il fosso Paglieroni e la vallata dell’Arno.

 

Contrada Sacchetti
La seconda per origine e numero di abitanti tra le contrade di Treglio. Secondo varie fonti, il nome della contrada deriva probabilmente dall’abitudine dei contadini della contrada di lasciare nell’area dove oggi è situata la Madonnina della contrada, il raccolto dei campi in “sacchetti” di juta in attesa di portarli in paese o alle loro case. La contrada è posta lungo la strada statale n. 84 di fronte alla contrada Torre Sansone di Lanciano.

 

Contrada Vicenne
Il nome della contrada deriva da una tecnica agraria: vicenne significa terreni coltivati a rotazione. In effetti i terreni della contrada sono particolarmente vocati all’agricoltura. Sono numerose in tutto l’Abruzzo le contrade denominate Vicenne.

 

Contrada San Martino
Il significato del nome della contrada è evidente: si tratta di un omaggio a San Martino di Tours, il santo più venerato di Francia; più difficile, in assenza di prove storiche dell’esistenza di un edicola o di una chiesetta dedicata al Santo è capire il perché del nome in questo luogo. Si può solo azzardare qualche ipotesi. È certa che la presenza dei Franchi nel nostro territorio tra il 775 e il 851 (da Carlo Magno al nipote Carlo il Grosso) aveva diffuso il culto di santi di origine francese quali Sant’Egidio, sepolto in Provenza a Saint Gilles du Gard e molto venerato nell’area frentana, e San Martino, sepolto a Tours, nella valle della Loira, ma il cui culto è molto diffuso nell’Abruzzo Citeriore, dove oltre a numerose contrade, troviamo due paesi che hanno San Martino nel nome: Fara San Martino e San Martino sulla Marruccina, quindi il nome della contrada potrebbe derivare da questa memoria storica. San Martino, inoltre, è il patrono dei viticoltori, quindi il nome potrebbe derivare dalla diffusione intensiva di tale coltura nella contrada a fine ottocento.

 

Contrada Castellana
Il nome della contrada sembra richiamare la presenza di un castello nell’area, in effetti vi è un’ampia area archeologica situata in un luogo dove secondo una tradizione orale sono stati sepolti i morti di peste del 1656, ma è innegabile che in assenza di una seria campagna di scavi tutte le ipotesi sono plausibili. La contrada, in effetti si conclude verso il mare con una altura posta tra la vallata dell’Arno e quella del Feltrino, in una posizione compatibile con l’erezione di un castello o di una torre di guardia, anche tenendo conto che la vicina contrada di Lanciano è denominata “Torre Sansone”. Non si può escludere, pertanto, che l’area archeologica di contrada Castellana racchiuda le rovine di un edificio militare di epoca longobarda o franco-longobarda; nel caso questa ipotesi di rivelasse esatta, vi sarebbe un indubbio collegamento storico tra questa contrada e la confinante contrada San Martino.

Orlando Bellisario